|
|
|||||||
In morte di Renzo
Verdone (1939 -2011) pittore
Lettera alla vedova Cara Bruna, avrei preferito che il ricordo di Renzo fosse svanito nel nulla, come in una nebbia che progressivamente si addensa fino a impedire la vista. Cosa che capita sempre nella vita, dei tanti incontrati
( amici e
non ) di cui si perde la memoria. E’ inevitabile!
Invece Renzo è
sparito per me, in un attimo fulmineo e doloroso; con una e mail!
Pure il ricordo è stato sempre assai vivo anche se i nostri percorsi
si erano allontanati da tempo.
Desideravo il
ritratto della mia nipotina Angelica e proposi a mio figlio che
abita a Roma di contattare Renzo. Cosa che non fece indaffaratissimo
nella vita metropolitana che io non amo.
Di Renzo posseggo
un quadro ed un ritratto. Il primo rappresenta una donna triste che
guarda le sbarre della sua prigione. Parrebbe la condizione
femminile prima che la modernità ne abbia aperto giustamente le
porte. Raffigurata in una prospettiva ascendente e incalzata dalle
tenebre. Castigo ingiusto che si perpetua ancora oggi per “ l’altra
metà del cielo ” arabo e orientale.
Ricorda per la
concettualità ed i vividi colori la “ EVA ” crocefissa di Mario
Donizetti; il quale è - come Renzo Verdone - un grande protagonista
dell’arte contemporanea ed uno dei massimi esponenti dell’arte
figurativa realista. Nell’età contemporanea caratterizzata dalla
grande diffusione di forme astratte aniconiche il realismo è un
indirizzo artistico che persegue una stretta aderenza della forma
espressiva agli aspetti del reale; lanciando, nel contempo, messaggi
nella prospettiva di poter concretamente incidere sulla realtà
stessa.
Il secondo è il
ritratto di chi scrive: un personaggio occhialuto dai tratti duri
nel volto, di chiara verosimiglianza psicologica, che siede innanzi
ad una tavola apparecchiata con un drappo e della frutta, sul quale
sono posati oggetti di astrologia, di navigazione, una clessidra e
quant’altro. Parrebbe una personalità poliedrica che punta in alto
mirando a compendiare l’ impossibile e universale sapere.
Un putto
leonardesco scrive sul bordo del tavolo sotto cui è seduto:
“ La vita non è che
un ombra che cammina ”.
Dopo tale incipit,
la tirata di Macbeth continua: Un povero commediante che si
pavoneggia e si agita sulla scena del mondo, per la sua ora, e poi
non se ne parla più; una favola raccontata da un idiota, piena di
rumore e di furore, che non significa nulla.
Lucio Salvi
|
||||||||
Marcello Mascetra e Giovanna Fenu
Ho saputo solo ora della scomparsa di Renzo,
lui era per me un grande amico e maestro lo sai
quanto vi voglio bene, a tutti, e ora sono ancora più vicino a te e a
Barbara e mi tornate alla mente tu e Renzo quando passavate in
bicicletta a trovarmi a piazza Navona....
|
||||||||
Ti abbraccio forte, ovunque tu sia carissimo Renzo, ci mancherai... Catherine La Rose
"Mi unisco al tuo dolore Catherine, la vita è uno schifo."
|
||||||||
Per Barbara Verdone ****
|
||||||||
Anna Pianetti
|
||||||||
Lorenzo, Sonia
e Annalisa Rodi
"Sei una Donna coraggiosa Bruna, un abbraccio forte
a Te e Barbara "
|
||||||||
Giuliana Porcaro
Un abbraccio con affetto da Pino e Anna a te e Barbara. Giuseppe Di Rado
"Ha lasciato,un po' della sua Anima in tutti i suoi
lavori... sarà sempre con tutti quelli che ammireranno la sua
Arte...come gli vorrei chiedere se gli Angeli che dipingeva, sono
realmente cosi...."
|
||||||||
NEL DOLORE SPERO
Ivana Greco
|